- 29 Maggio, 2013
- Postato da: MisterMedia
- Categoria: MEDIA TRAINING

Ci siamo appena lasciati alle spalle un ciclo di elezioni amministrative, che ha ribaltato in maniera considerevole il quadro politico che si era venuto a creare in seguito alle consultazioni di febbraio. Sono uscite numerose considerazioni sul web e sulla carta, tutte protese a interpretare dei risultati elettorali che hanno lasciato non poco sorpresi tantissimi elettori e addetti ai lavori.
Uno dei dati più lapalissiani è senza dubbio il crollo di voti del M5S, situazione che sta tenendo banco su tantissimi canali mediatici. Una corrente di opinione ha individuato nella sconfitta del Movimento il fatto di non essere radicato molto sul territorio a livello locale.
Al di là dei numeri, è senza dubbio molto interessante tutto quel processo di comunicazione che è alla base dell’introduzione delle radici in un territorio, magari storicamente dominato da formazioni politiche che lo hanno guidato per tempo, e che hanno vissuto in prima persona degli avvenimenti che hanno cambiato in maniera radicale l’assetto socioculturale di una comunità.
Ascoltare il territorio: dai social agli eventi
Per mettere a punto una strategia di comunicazione politica che sia in grado di esercitare un impatto sulla percezione di un’utenza già storicamente indirizzata, ci sono diversi punti dei quali è opportuno tenere conto. Il M5S ha avuto un exploit durante le consultazioni di febbraio, e vi sono dei casi locali sotto gli occhi di tutti, che stanno procedendo non senza momenti di difficoltà.
Cosa deve fare una nuova formazione politica per riuscire a entrare in una compagine già radicata e collaudata nell’universo percettivo dei cittadini? Senza dubbio ascoltare il territorio, e farlo nei modi più diversi.
• Il web non basta: uno dei motivi topici degli esponenti del M5S è senza dubbio lo scarto tra web e media cosiddetti “tradizionali”. Si tratta di un vero e proprio cavallo di battaglia, che è stato capace di fidelizzare un altissimo numero di persone. Osservando però la situazione dopo diverso tempo dalle consultazioni politiche, è possibile riscontrare che, sia per la mancanza di media training, sia per l’intenzione di insistere su un argomento, il messaggio sia alquanto svuotato della sua efficacia.
L’innovazione che ogni giorno viene portata nelle nostre vite dal web 2.0 (ambito sul quale non si può abbassare la guardia, per via dei continui aggiornamenti) non basta a giustificare una strategia di comunicazione politica in certi casi molto unidirezionale.
Un’impostazione del genere rischia di diventare un contesto congestionato, tanto da lasciare poco spazio a molti problemi che, solo con una presenza effettiva sui luoghi possono essere risolti.
• La politica locale e la potenza degli eventi: a livello locale, la potenza degli eventi è senza dubbio molto interessante. Come abbiamo affermato poco fa, organizzare eventi sul territorio significa non solo alimentare la coesione comunitaria e fidelizzare l’elettorato, ma anche toccare con mano molti problemi pratici.
Il fascino della comunicazione politica a livello locale è molto insito nella sinergia tra i due aspetti precedentemente citati, che devono coesistere in maniera equilibrata, al fine di entrare in maniera organica a far parte dell’universo politico di una realtà urbana.